Roma, 1992
Documenti dell'OFS
Magistero della Chiesa
Documenti Francescani
Il presente sussidio - nella linea di quanto prospettato al Capitolo generale di Fatima - offre, in forma molto sintetica, indicazioni necessarie per la "-Formazione iniziale-" nella triplice dimensione umana, cristiana, (che riguardano "-l'essere-"), francescana (che riguarda una "-modalità-" di vivere l'essere).
Fa da sfondo, come in filigrana, la V Ammonizione del serafico Padre: "-Considera, o uomo, in quale sublime condizione ti ha posto Dio che ti creò e ti fece a immagine del suo diletto Figlio, secondo il corpo, e a sua similitudine secondo lo spirito-".
È nell'intelligenza del formatore il determinare, secondo l'esigenza di persone e di ambiente, lo spazio di tempo da dedicare alle due prime dimensioni - uomo e cristiano - e quindi passare a soffermarsi all'aspetto francescano, aspetto specifico della formazione.
Il sussidio si articola in
Gesù "-salì sul monte, chiamò a sé quelli che volle ed essi andarono a lui. Ne costituì dodici che "stessero" con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demoni-" (Mc 3, 13-15).
Nelle parole "-stessero con lui-" appare l'accompagnamento vocazionale degli apostoli da parte di Gesù. Chiamatili, prima di mandarli, anzi per poterli mandare, Gesù, chiede loro un tempo di formazione destinato a sviluppare un rapporto di comunicazione e di amicizia profonda con se stesso (cf Pdv 42).
Francesco fu artista e maestro di vita evangelica; mediante il suo esmpio, la sua regola e il suo insegnamento si rinnovò la Chiesa di Cristo nei suoi fedeli. A tutti dava una regola di vita, e indicava la via della salvezza a ciascuno secondo la propria condizione (cf 1Cel 37).
Formare, nella sua accezione etimologica, significa dare forma, plasmare qualche cosa o qualcuno secondo un modello determinato, usando i mezzi necessari ed idonei al raggiungimento del fine.
Nel nostro caso il formare riguarda l'uomo, e l'azione formatrice risulta dall'insieme organico di educazione, insegnamento, esempio. E siccome l'uomo è perfettibile fino al termine della vita, la formazione è in continua e progressiva attuazione.
Consideriamo la formazione in generale e la formazione specifica francescana.
Il soggetto di questa formazione è l'uomo, il quale - nella interezza della sua personalità: spirito e materia, intelligenza e volontà, immaginazione e affettività, bisogno e capacità di agire, esigenza personale e di comunicare con altri - tende al perfezionamento di se stesso e al raggiungimento di uno scopo mediante l'uso dei mezzi adeguati.
Consiste in un'azione
- intelligente, capace cioè di scegliere e di usare
mezzi idonei a raggiungere ciò che la persona si
è prefisso di conseguire;
- armoniosa, che coinvolga tutte le facoltà
dell'interessato nell'unità del suo essere e lo metta
in grado di relazionarsi con le realtà nelle quali vive
e opera;
- sistematica, che sia svolta con filo logico di progressione
verso il fine ed escluda la improvvisazione e la
frammentarietà;
- costante, che sia fedele ai ritmi stabiliti per raggiungere
lo scopo nel modo migliore dentro il tempo prefissato.
Comporta
- la trasmissione di principi dottrinali riguardanti la
meta da raggiungere per motivare i formandi e per offrire un
servizio efficace di promozione;
- il coinvolgimento di coloro che devono essere formati con
particolare attenzione alla personalità di ognuno e
alla sua storia precedente;
- il confronto continuo dell'appreso con le situazioni vissute
nel quotidiano.
Esige
qualità idonee nel formatore
1) Dal punto di vista psicologico
- maturità, equilibrio, padronanza di sé;
- apertura al dialogo;
- capacità di utilizzare l'appreso, di trasmetterlo, di
coinvolgersi.
2) Dal punto di vista culturale
- conoscenza della dottrina che deve insegnare e della
pedagogia del cambiamento;
- nozioni di metodologia (adeguamento alla situazione
concreta, scelta e utilizzazione dei canali giusti di
comunicazione, ritmi da seguire);
- interesse all'aggiornamento e capacità di misurare lo
scarto tra il punto in cui ci si trova e l'obiettivo da
raggiungere.
3) Dal punto di vista spirituale
- dirittura di vita, discernimento, serenità;
- fedeltà all'identità del formando e all'ideale
da raggiungere.
La formazione specifica applica i medesimi criteri della formazione in generale con particolare riferimento al soggetto ben definito e alla specificità del fine da raggiungere. Nel nostro caso lo specifico deriva dalla vocazione francescana del soggetto.
Il soggetto è il fedele che, spinto dallo Spirito santo, chiede di essere ammesso all'OFS per vivere il Vangelo alla maniera di san Francesco e raggiungere la perfezione della carità nello stato secolare (Reg. 2; Cost. 3).
Questa formazione mira ad aiutare il fedele a scoprire sempre più chiaramente la vocazione ricevuta e a rispondervi generosamente in maniera che possa vivere l'unità di cui è segnato il suo essere membro della Chiesa e cittadino della società umana, secondo lo spirito e lo stile di vita di san Francesco.
Il suo obiettivo consiste nel fargli acquisire, alla luce della parola di Dio e del magistero della Chiesa, la "-fisionomia-" del francescano secolare come è tratteggiata nella Regola ed esplicitata nelle Costituzioni, e la capacità di relazionarsi armoniosamente all'interno dell'OFS e della famiglia francescana, nella realtà familiare, ecclesiale e sociale, e con tutte le creature, in modo che la sua formazione risulti integrale (cf ChL 63).
Comprende
1) La conoscenza
- delle nozioni fondamentali riguardanti la natura del l'uomo,
i suoi diritti e doveri in quanto "-uomo-" e in
quanto cittadino di un determinato Paese;
- della dottrina dei principi fondamentali della fede
cattolica, con particolare riferimento alla cristologia, alla
ecclesiologia, alla dottrina sociale della Chiesa per una
fattiva e qualificata presenza nella comunità
ecclesiale e civile;
- di san Francesco, della storia francescana, specialmente
dell'OFS, della Regola, delle Costituzioni, degli Statuti, per
"-caratterizzare-" tale presenza.
2) Il coinvolgimento
del formando suscitando il suo interessamento personale per
non ridurre la trasmissione delle nozioni a un puro e semplice
indottrinamento e per far sviluppare in lui la
responsabilità della propria formazione (cf ChL
63).
3) Esperienza di vita
per constatare la risonanza dell'appreso nella vita quotidiana
sia personale che relazionale (cf ChL 59).
Esige
1) Vigile attenzione
nell'assecondare l'azione dello Spirito santo nel formando che
è un chiamato;
2) Formatori capaci
esemplari, preparati e idonei (cf ChL 63);
3) Fedeltà
alla Regola, alle Costituzioni, alle direttive degli organismi
superiori dell'Ordine ed ecclesiali.
La metodologia comprende i seguenti "- momenti -" tra di loro concatenati:
1) Accogliere il formando
- con le sue esperienze di vita sulle quali egli misura:
aspirazioni, interessi, prospettive e orizzonti;
- con i suoi problemi di lavoro onde sviluppare specifiche
capacità e atteggiamenti migliori e portarlo a
discutere di vari argomenti anche con i competenti in
merito.
2) Contare
- su quanto di meglio c'è in ciascuno;
- sulla possibilità reale di crescita;
- sulla necessità di utilizzare al massimo il tempo
libero.
3) Elevare
il livello di coinvolgimento dei formandi.
4) Trasmettere
concetti, informazioni, conoscenze schemi interpretativi circa
un determinato argomento, in un periodo di tempo relativamente
breve, cercando di omogenizzare, almeno in parte, le
disparità a livello cognitivo dei formandi.
La verifica serve a valutare il risultato dell'azione formatrice.
Essa si attua
1) Esaminando
la situazione iniziale del formando e misurando la distanza
tra i risultati ottenuti e gli obiettivi fissati cercando le
cause di questo "-scarto-".
2) Rettificando
se occorre, il "-tiro-", cambiando atteggiamento,
metodi, ambiente; identificando nuovi bisogni e diagnosticando
le difficoltà.
3) Facendo procedere
a una auto-valutazione che permetta al formando di situarsi
"-personalmente-" in rapporto ai suoi obiettivi
terminali, definendo meglio i suoi problemi nella vita che
vive, situando meglio anche se stesso.
La formazione del francescano secolare, secondo le indicazioni della Regola (art. 23) e delle Costituzioni (art. 37-44), si sviluppa in tre tempi: Iniziazione, Ammissione all'Ordine, Professione della Regola. Tempi che costituiscono e caratterizzano la formazione iniziale e la formazione permanente.
"-Spetta ai Consigli nazionali e regionali, di comune intesa, l'elaborazione e l'adozione di mezzi di formazione adatti alle situazioni locali, in aiuto ai responsabili della formazione nelle singole fraternità-" (Cost. 37,4).
Formazione iniziale
Abbraccia il Tempo di Iniziazione e il Tempo di Formazione e serve a sondare la veridicità e la solidità della vocazione del candidato e, in caso positivo, ad aiutarlo a maturare la sua scelta di vita, che sancirà con la professione.
Dopo la professione si consiglia un periodo di Formazione per i neoprofessi.
Formazione permanente
Dura tutta la vita e serve a sviluppare e ad approfondire i contenuti della formazione iniziale, ad aggiornarli continuamente agli insegnamenti della Chiesa e a confrontarli con la società in continua evoluzione.
L'azione formativa comporta
- sondare con delicatezza gli interessi preminenti nella
vita del candidato, il tipo di letture preferite, il desiderio
di apprendere e di valorizzare le proprie capacità, la
disponibilità al dialogo e ad accettare di mettere in
discussione le proprie opinioni ed aprirsi a quelle degli
altri;
- vagliare la capacità di resistere a delle
difficoltà e di superare eventuali delusioni che
possono capitare, l'impegno serio ad un cammino spirituale e
di apertura verso gli altri accettandoli come sono e
procedendo assieme verso la meta.
"-Il periodo di iniziazione è una fase
preparatoria al tempo di formazione vero e proprio ed è
destinato al discernimento della vocazione e alla reciproca
conoscenza tra la fraternità e l'aspirante. Deve
garantire la libertà e serietà dell'ingresso
all'OFS.
La durata e i modi di svolgimento sono stabiliti dagli Statuti
nazionali.
Al Consiglio di fraternità spetta il compito di
decidere eventuali esenzioni da questo periodo-" (Cost.
38), e di dare il beneplacito all'ammissione all'Ordine, al
termine del periodo.
L'azione formativa di questo periodo comporta
1) Accoglienza del formando
- Valutazione delle motivazioni che lo portano in
fraternità e delle attitudini a vivere in comunione con
i fratelli;
- reciproca conoscenza tra fraternità e
aspirante (cf Cost.38,1).
La vita in fraternità è efficace agente di
formazione: il "-vivere insieme-" conduce ad una
formazione reciproca, essa porta a formare formandosi e
lasciandosi formare;
- verifica della conoscenza delle fondamentali
verità della fede e della personale adesione ad esse,
ovvero, un "-riesame della fede-".
Qualora il candidato non avesse una sufficiente conoscenza
della dottrina cristiana e una buona pratica religiosa
sarà necessario un "-cammino di fede-"
per
- conoscere e approfondire le verità;
- riflettere sull'importanza del Battesimo e
sull'esigenza di impegnarsi sul serio per conoscere e seguire
il progetto di Dio;
- formare alla preghiera personale e comunitaria,
alla pratica dei sacramenti e alla malleabilità alla
grazia.
2) Nozioni sulla vocazione
- Natura : azione di Dio verso l'uomo; chiamata
alla comunione con lui in Gesù Cristo per mezzo dello
Spirito santo: dono di Dio, accettazione da parte dell'uomo.
La riuscita e la fecondità sono proporzionate alla
conformità della volontà dell'uomo a quella di
Dio.
- Componenti : chiamata di Dio, risposta dell'uomo;
mezzi adeguati per raggiungere il fine.
- Dimensione : personale (responsabilità e
impegno diretto della persona) e comunitario (aspetto
comunionale, di condivisione con altri).
- Caratteristiche : rispondono al tipo di vocazione e
ne rispecchiano le implicanze.
Nel nostro caso: spirito e stile di vita francescana con
l'esercizio delle virtù tipiche che lo qualificano.
- Tipi di vocazione (Abramo, Maria, apostoli,
Francesco...).
3) Nozioni generali
- della vita di san Francesco;
- della storia della Famiglia francescana con particolare
riferimento a quella dell'OFS;
- della Regola dell'OFS con qualche accenno alla sua
evoluzione attraverso i secoli.
Inizia con l'ammissione dell'aspirante e termina con
l'emissione della professione, secondo il rito descritto nel
Rituale dell'OFS. Costituisce il "-periodo di
prova-", detto tradizionalmente "-Noviziato-",
e dura almeno un anno.
Il Consiglio di fraternità, per motivi plausibili,
può prolungarlo per un altro anno (cf Cost. 41,3).
La Regola definisce questo periodo "-Tempo di formazione-" per eccellenza. Ad esso infatti è affidato il delicato compito di "-formare-" il francescano secolare, cioè il fedele capace di vivere nello spirito di Francesco quell'unità di cui è segnato il suo essere membro della Chiesa e cittadino della società umana, e preparato ad uno specifico e competente servizio al proprio paese e ad una autentica ministerialità laicale nella Chiesa (cf ChL 59; Cost. 40).
"-I laici cristiani devono cercare di raggiungere la pienezza della loro umanità, di un umanesimo cristiano che vive nello spirito di Dio, nel cuore della mentalità e dei problemi del loro tempo-" (Giovanni Paolo II, al Consilium pro Laicis, 7/6/1986). Il francescano secolare cerca di raggiungere l'uno e l'altro nello spirito di san Francesco.
La formazione di questo periodo mira ad avviare il candidato alla conquista della propria maturità nella triplice dimensione: umana, cristiana, francescana. Dimensioni che non vanno considerate separate tra di loro, ma solo distinte; non come realtà sovrapposte l'una all'altra, ma momenti di sviluppo armonioso dell'unica realtà - l'uomo concreto - che si inseriscono vitalmente e armoniosamente l'uno all'altro.
È l'uomo che, "-nella pienezza della sua umanità-", diventa cristiano; è il cristiano che vuol vivere il suo "-umanesimo cristiano-" nello spirito di Francesco abbracciando la Regola dell'OFS.
1) Dimensione umana
"-Cristo che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo Amore svela anche pienamente l'uomo all'uomo; e gli fa nota la sua altissima vocazione-". E, "-chiunque segue Cristo, l'uomo perfetto, si fa lui pure più uomo-" (GS 22,41).
La formazione di questa dimensione
a) Tratteggia le verità riguardanti
- l'uomo in sé. "-Dio creò l'uomo
a sua immagine-" (Gn 1,27). Unità di anima e di
corpo; dotato di intelligenza e volontà; debilitato dal
peccato; libero nelle scelte; soggetto di diritti e doveri (GS
12-18);
- l'uomo nella famiglia. "-Maschio e femmina li
creò. Dio li benedisse e disse loro: siate fecondi e
moltiplicatevi; riempite la terra-" (Gn 1,28).
Diritto a formarsi una famiglia; dignità del
matrimonio, della famiglia, loro valorizzazione (GS 47-57).
(Cf Familiaris consortio ; Carta dei diritti
della famiglia promulgata dalla Chiesa il
24/11/1983);
- l'uomo e il lavoro. "-Il Signore Dio prese
l'uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo
coltivasse e lo custodisse-". "-Con il sudore del
tuo volto mangerai il pane-" (Gn 2,15; 3,19).
Diritto e dovere dell'uomo al lavoro; dignità e valore
dell'attività umana (cf GS c.III); impiego del tempo
libero;
- l'uomo e la società. "-L'uomo per sua
intima natura è un essere sociale, e senza i rapporti
con gli altri non può vivere né esplicare le sue
doti-" (GS 12).
L'uomo nasce in una determinata patria e ne diventa cittadino;
doveri e diritti del cittadino; conoscenza delle leggi e
presenza nella vita sociale; modi diversi di vivere diritti e
doveri (LG 21; GS 73-76).
b) Si impegna a
- abituare il candidato ad una valutazione critica,
in termini di vitalità ed inventiva delle grandi
trasformazioni tecniche, economiche, sociali e culturali che
caratterizzano la società contemporanea.
In tal modo il candidato riconoscendo gli aspetti positivi di
tali trasformazioni riuscirà a servirsene in modo
favorevole al proprio sviluppo personale e all'inserimento
nella realtà che lo circonda (GS 53-62);
- sviluppare nel formando il principio ineludibile
che riconosce a tutti gli uomini il diritto-dovere di
attendere lungo tutta la vita alla propria formazione
culturale, al continuo perfezionamento della propria
personalità, al continuo arricchimento dell'esperienza
nelle rinnovate condizioni d'integrazione sociale;
- passare dalla rappresentatività alla
partecipazione per non cadere nell'indifferenza ed
estraneità nei confronti dei problemi collettivi
(cf Populorum progressio; Octogesima adveniens; Sollicitudo
rei socialis; Centesimus Annus).
2) Dimensione cristiana
a) Passaggio nel campo della fede
- Ogni uomo creato da Dio è chiamato ad essere
rigenerato dall'acqua e dallo Spirito (cf Gv 3,5) e diventare
figlio di Dio (cf Gv 1,12): "-In Cristo è una
nuova creatura-" (2Cor 5,17).
È l'uomo nuovo creato secondo Dio, nella giustizia e
santità della verità (cf Ef 4,24), che vive di
una vita nuova (cf Rm 5,4).
- Seguendo la V Ammonizione di san Francesco siamo al
passaggio da immagine di Dio, propria di ogni uomo, alla
similitudine di figlio di Dio in Cristo, propria del
cristiano.
- La dimensione cristiana è arricchimento sostanziale
della dimensione umana in ogni sua espressione: individuo,
famiglia, lavoro, società.
b) Necessità di una catechesi idonea
- dinamica del passaggio da uomo a cristiano sviluppando la
teologia dei sacramenti della iniziazione cristiana: Battesimo
e Confermazione (incorporazione e configurazione a Cristo,
incorporazione alla Chiesa), Eucarestia;
- cristologia: in particolare riguardo alla partecipazione al
triplice ufficio di Cristo: sacerdotale, profetico,
regale;
- ecclesiologia: con riferimento alla partecipazione e
missione salvifica della Chiesa e all'inserimento nella Chiesa
particolare.
c) Cammino di fede
- utilizzare i doni di grazia;
- stimolare all'esercizio delle virtù teologali e
cardinali.
Il cristiano non solo "-resta-" nel mondo, ma vi
"-entra-", vi "-discende-" e vi agisce
"-a modo di fermento-" (cf LG 31).
Occorre
- sollecitare la volontà di crescere
attraverso una continua conversione, la frequenza ai
sacramenti dell'Eucarestia e della Penitenza, attraverso lo
studio e l'incarnazione della Parola di Dio, il ricorso alla
grazia e agli altri mezzi suggeriti dalla Chiesa per superare
gli ostacoli;
- impegnare all'aggiornamento e alla crescita
spirituale e culturale vincendo una certa persistente pigrizia
mentale;
- stimolare alla presenza attiva e qualificata nella
società. È proprio infatti del cristiano laico
assumere responsabilità nei riguardi dell'ordine
temporale e porre il problema del senso del mondo in ordine
alla salvezza, perché le realtà terrestri buone
in se stesse, a causa del peccato possono diventare ostacolo
al conseguimento del vero bene (cf AA 7).
Comporta
- conoscere la dottrina sociale della Chiesa per
caratterizzare la presenza nella società civile e
tradurre i valori del Vangelo e i principi sociali cristiani
in comportamenti di vita e norme sociali (cf ChL 60; GS
43);
- superare un certo tipo di "-prassi-"
cristiana che è tramontata per sempre;
- sensibilizzarsi ai nuovi modi necessari per
inserirsi in una società profondamente cambiata.
3) Dimensione francescana
Indica il passaggio dall'"-essere-" cristiano a
un "-modo-" di viverlo. Puntualizzare che il
francescanesimo è un modo di vivere il cristianesimo;
non la sua sostituzione o il surrogato.
La vocazione francescana è una esplicita, libera e
responsabile scelta evangelica espressa nell'atto di
ammissione all'OFS e confermata con la professione mediante la
quale il fedele imprime il sigillo di consapevolezza ferma e
generosa alla vita cristiana. Ne assume tutta la sostanza
rimarcandone in modo particolare alcuni aspetti per viverla e
testimoniarla nella Chiesa e nel mondo con il senso forte e
gioioso di figliolanza divina incarnato da san Francesco.
Necessita
- Conoscere la vita e gli scritti di san
Francesco per vivere la "-vita nuova in Cristo-" nel
suo spirito e nel suo stile (esigenza della vocazione).
- Studiare la spiritualità e la storia
francescana per
- irradicare nel terreno adatto e nell'ambiente
giusto la vocazione (condivisa con il Primo, Secondo e Terzo
Ordine);
- alimentarla e fortificarla attraverso gli
esempi e gli insegnamenti di coloro che nei secoli hanno reso
gloriosa la Famiglia francescana;
- imparare da essi il modo migliore di una presenza
feconda e qualificata nella Chiesa e nel mondo;
- Approfondire lo studio della Regola e delle
Costituzioni alla luce della sacra Scrittura, del magistero
della Chiesa (tener presenti i discorsi all'OFS di Pio XII del
1/7/1956, di Paolo VI del 19/5/1971 e di Giovanni Paolo II del
27/9/1982).
La Regola costituisce
a) Il binario
su cui far camminare in verità e sicurezza la
vocazione in un itinerario di fede che aiuti il candidato a
passare:
- dalla mentalità dell'"-uomo vecchio-" a
quella dell'"-uomo nuovo-" (Battesimo, Reg. 6;
conversione continua, Reg. 7; Cristo centro e ispiratore della
vita, Reg. 4);
- da una vita spirituale individualistica (da non confondere
con personale), a quella di comunione e di condivisione con i
fratelli per imparare a stare insieme, pregare insieme,
progettare insieme, agire insieme (Reg. 24);
- dalla acquisizione di una responsabile e operosa
appartenenza all'OFS e alla fraternità ad una coscienza
illuminata del senso ecclesiale che lo renda membro vivo della
Chiesa alla quale "-appartiene-" e intento a
rendervi presente il carisma francescano; e che fa della
fraternità "-un segno visibile della Chiesa-"
(Reg. 1.6.22).
b) Il filtro
attraverso il quale decantare la spiritualità
francescana per evidenziarne gli aspetti più aderenti e
praticabili nella vita secolare:
- famiglia (Reg. 17; Cost. 24);
- lavoro (Reg. 16; Cost. 21,1-2);
- impegno socio politico (Reg. 14; Cost. 22).
c) La guida
(riconducendo ad unità didattiche le molteplici e
preziose indicazioni in essa contenute al riguardo) che aiuta
il candidato a relazionarsi, nello spirito di Francesco:
- a Dio per vivere in comunione con lui nella sequela di
Cristo (cf Reg. Prologo, prima parte; 4-8; 10-12);
- agli uomini vedendo in essi dei fratelli assieme ai quali
impegnarsi a costruire un mondo più fraterno ed
evangelico (Reg. 13-17; 19);
- alle realtà terrestri per usarle secondo il disegno
di Dio e farle progredire a vantaggio di tutti (Reg.
11.12);
- ai fratelli di vocazione per scoprire e vivere la
fraternità (Reg. cap III).
La Professione
Presentare e far comprendere la peculiarità della
professione della Regola, o promessa di vita evangelica, in
tutta la sua ricchezza spirituale per chi la emette, per la
Chiesa e per la società nella sua esemplarità
stimolante.
- Con la professione egli pensa, vive e opera, secondo il
Vangelo vissuto alla maniera di san Francesco, nella
realtà che gli è propria: la
secolarità;
- nello stesso tempo, rinnovando la consacrazione battesimale
e della cresima si impegna a vivere le Beatitudini
evangeliche, ne assimila lo spirito che irradia e guida il suo
"-essere cristiano-";
- con la professione esprime la volontà di vivere nel
mondo e per il mondo come fermento evangelico;
- inoltre, in forza della professione, egli entra più
decisamente nelle prospettive escatologiche del Regno
sforzandosi di viverne consapevolmente e responsabilmente le
esigenze nel proprio stato secolare (cf Cost. 42,1; Rit. OFS
Parte I, Note preliminari al rito della Professione nn.
13-15).
Lo Spirito di penitenza
Nello spirito di penitenza, che caratterizza la vocazione
del francescano secolare (Reg. 7), si proponga al candidato di
vivere in atteggiamento di conversione permanente (cf Cost.
13).
Principali mezzi per coltivare questa caratteristica della
vocazione francescana sono:
- ascolto e celebrazioni della Parola, celebrazioni
penitenziali;
- revisione di vita, ritiri spirituali e direzione
spirituale;
- frequenza al sacramento della riconciliazione (cf Cost. 13,
1);
- pratica del digiuno, dell'astinenza e delle altre forme
tradizionali tra i penitenti;
- fuga dalle mollezze e da ogni forma di edonismo, sapendosi
imporre qualche sacrificio, specialmente nei tempi liturgici
forti;
- sostenere con fortezza cristiana le difficoltà della
vita (cf Cost. 13,3);
- operare la carità nei confronti dei fratelli (Cost.
13,2).
La Fraternità
La fraternità francescana è l'espressione concreta dell'esigenza di solidarietà che emerge dal cuore dell'uomo e della forza rinnovatrice e unificante dell'amore fraterno evangelico (cf Mt 23,8-9; Gv 13,34-35; 2Cel 172).
Sottolineare l'importanza della fraternità
prospettandone la rilevanza nella spiritualità
francescana come
- aspetto "-familiare-" di amore fraterno di stima
vicendevole nel precetto dell'amore che deve penetrare tutta
la vita cristiana senza debolezza e senza esclusioni, e di
fratellanza universale nel rispetto di tutte le creature,
animate e inanimate;
- come la realtà che costituisce l'"-evento-"
concreto dell'OFS, "-l'ambiente privilegiato per
sviluppare il senso ecclesiale e la vocazione francescana,
nonché per animare la vita apostolica dei suoi
membri-" (Reg. 22).
Va illustrata negli aspetti
a) Dottrinale
- Scoprire e valorizzare le radici che ontologicamente ne
determinano la natura di comunità in comunione e in
missione.
- Radici che affondano nel Battesimo (rende figli di Dio e
fratelli di Cristo nello Spirito santo; fonda il
diritto-dovere alla missione), e si alimentano dell'Eucaristia
(di molte membra fa un solo corpo).
b) Spirituale
- Focalizzare il centro gravitazionale della sua esistenza: il
Padre, rivelato da Gesù, e in-sistere in
esso.
- Evidenziare che la Famiglia francescana, secondo una
rivelazione di Francesco, è dono del Padre al Figlio
(Speculum perfectionis 26).
c) Psicologico
- Rilevare e prendere atto della differenza dei suoi membri,
ognuno con il proprio bagaglio di qualità e di limiti
che possono dar luogo a varietà di opinioni e di
valutazioni di avvenimenti.
Il pluralismo è un bene, ma bisogna "-allontanare
ogni velo di malumore, affinché non sia insidiata la
perfetta carità reciproca-" (cf Anonimo perugino,
cap VI,27).
d) Sociale
- Aprirsi alle esigenze provenienti dai valori umani presenti
nella società, sentirsi coinvolti nei problemi
riguardanti l'uomo e la società e tradurre in
comportamenti di vita progetti elaborati insieme.
"-Non è esagerato dire che l'intera esistenza del fedele laico ha lo scopo di portarlo a conoscere la radicale novità cristiana che deriva dal Battesimo, sacramento della fede, perché possa viverne gli impegni secondo la vocazione ricevuta da Dio-" (ChL 10).
La formazione è "-un continuo processo personale di maturazione nella fede e di configurazione con Cristo secondo la volontà del Padre con la guida dello Spirito santo-" (ChL 57).
Queste espressioni indicano la via per un'autentica formazione
1) Paradigma da tener presente
L'itinerario compiuto da Gesù (Gv 16,28):
- "- Sono uscito dal Padre -" (sorgente e
principio di ogni cosa, termine di tutta la perfezione);
- "- e sono venuto nel mondo -" (luogo del
suo impegno secondo la volontà del Padre per portarne a
termine il disegno);
- "- Ora lascio il mondo -" (senso
dell'esistenza come cammino verso...);
- "- e vado al Padre -" (fine e premio
dell'esistenza vissuta per lui e per i fratelli).
2) Punto di partenza del cammino di fede
Presa di coscienza della radicalità del Battesimo.
Rigenera rendendo il fedele: figlio di Dio, fratello di Cristo
e membro del suo corpo la Chiesa, tempio dello Spirito
santo.
3) Guida nel cammino
Lo Spirito santo. Egli svela e mette in grado di comprendere
la "-ricchezza-" del Cristo e introduce a tutta la
verità (Ef 3,16-19).
L'azione formativa in questo periodo si concretizza in un itinerario di fede sulle orme di Francesco nello spirito della Regola.
1) Punto di partenza: il Battesimo
Francesco
vive intensamente il mistero pasquale di morte e
risurrezione in Cristo (essenza del Battesimo), nella piena
conformità a lui (1Cel 112-113). Ruolo determinante del
Padre celeste nella sua vita: in lui il suo tesoro, tutta la
sua fiducia e speranza (LM II,4), la sua famiglia spirituale
dono del Padre al Figlio (Speculum perfectionis 26).
Educare all'abbandono fiducioso e filiale nelle mani del Padre
che ha un suo disegno su ciascuno.
La Regola
puntualizza la verità del Battesimo: morte e
risurrezione in Cristo (inizio della nuova vita e della
figliolanza divina); costituisce membri della Chiesa e
partecipi della sua missione: La professione
"-riattualizza-" responsabilmente il Battesimo,
rafforza il legame con la Chiesa e qualifica la partecipazione
alla missione.
Sviluppare il senso della figliolanza divina e l'importanza
della figura del Padre nella vita del neoprofesso
perché faccia una scoperta continua di questa relazione
essenziale con lui, seguendo la Regola.
Il Padre dona il Figlio (Reg. 4), gli viene incontro con la
sua misericordia nel sacramento della riconciliazione (Reg.
7), qualifica il suo impegno a favore dell'uomo (Reg. 13), lo
attende nella sua casa, dove lo accoglie per l'incontro
definitivo (Reg. 11.19). Atteggiamenti qualificanti e
significativi di Gesù verso il Padre: preghiera (Reg.
8), obbedienza (Reg. 10), fiducia e povertà (Reg. 11),
ecc.
2) Cammino
a) Centralità di Cristo nella vita
Francesco
La sua aspirazione più alta, il desiderio dominante, la volontà più ferma per osservare fedelmente il Vangelo ed imitare perfettamente la dottrina e gli esempi di Gesù Cristo (1Cel 84.115). Era un "-altro Cristo-", ma non si riteneva un "-arrivato-" e sentiva il bisogno di "-convertirsi-" ogni giorno (1Cel 103).
La Regola
- Cristo ispiratore e centro della vita con Dio e con gli
uomini (Reg. 4).
Ispirazione: forza dinamica direzionale illuminante per il
cammino giusto.
Centro: punto gravitazionale verso cui far convergere pensieri
e azioni;
- cercare Cristo nei fratelli (è la più
immediata e alla portata di mano;
nella Scrittura (parla e illumina);
nella Chiesa (è madre e maestra);
nelle azioni liturgiche (memoralizzano i misteri della
salvezza) (Reg. 5);
- seguire Cristo umile ed obbediente, povero e crocifisso, e
testimoniarlo anche tra le difficoltà e le persecuzioni
(Reg. 10);
- contemplarlo nel suo amore sponsale per la Chiesa per vivere
in pienezza la grazia del matrimonio e fare della propria
famiglia il segno di un mondo già rinnovato in Cristo
(Cost. 17).
b) Metodologia
Dal Vangelo alla vita; dalla vita al Vangelo (Reg. 4).
- Dal Vangelo per trarre principi, luce e forza per il
comportamento nella vita quotidiana per lievitarla e
fermentarla con il messaggio evangelico;
- dalla vita, con la sua molteplicità di situazioni e
varietà di problemi, al Vangelo quale criterio per
vagliarli e giudicarli.
c) Esigenza di conversione continua
Impegno e condizione indispensabile per progredire nel cammino ed acquistare la mentalità di fede, in modo che questa entri nella propria vita, la pervada tutta impedendole di conformarsi alla mentalità del mondo (Rm 12,1).
3) Meta del cammino
Arrivare "-allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo-" (Ef 4,13). Conformandosi a lui fino al "-non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita che vivo nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e dato se stesso per me-" (Gal 2,20).
Francesco
"-Con imitazione perfetta, si studiò di essere conforme, da vivo, al Cristo vivente; in morte, al Cristo morente e, morto, al Cristo morto e meritò l'onore di portare nel proprio corpo l'immagine di Cristo visibilmente-" (LM XIV,4). Sembrava che "-Cristo e Francesco fossero una sola persona-" (2 Cel 219). La via, quella insegnata da Cristo: fare la volontà del Padre. "-È sempre stato ed è per me più caro e dolce e gradito ciò che al Signore mio Dio piace avvenga in me, e alla sua volontà soltanto voglio costantemente e in tutto trovarmi concorde, obbediente e docile-" (1Cel 107).
La Regola
Prospetta tutto il cammino di fede del francescano secolare come "-un radicale mutamento interiore-" per arrivare, nella dinamica del Vangelo, a "-conformare il suo modo di pensare e di agire a quello di Cristo-" (Reg. 7). E ad essere con lui, "-un vero adoratore del Padre-", facendo "-della preghiera e della contemplazione l'anima del suo essere e del suo operare-" (Reg. 8). Così la sua vita è progettata e vissuta in conformità alla volontà del Padre celeste e realizzata nel suo specifico campo di lavoro giorno per giorno, in unione a Cristo.
4) Guida nel cammino
È lo Spirito santo. Gli testimonia che è figlio di Dio e lo sostiene nella debolezza (Rm 8, 14-17.26-27); gli ricorda l'insegnamento di Gesù e lo introduce a tutta la verità (Gv 14,26; 16,13-14).
Francesco
Perfetto imitatore di Cristo era ripieno di Spirito santo (LM XI,2). E diceva che per seguire le orme di Cristo bisogna essere purificati, illuminati e riscaldati dal fuoco dello Spirito santo, e che l'essenzialità della vita francescana consiste nell'avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione (Regula Bullata X,10).
La Regola
Ricorda al francescano secolare che la famiglia di cui è membro, è dono dello Spirito santo alla Chiesa (Reg. 1); così pure la sua vocazione (Reg. 2). Per conseguire il fine della vocazione, raggiungere la perfezione nel suo stato secolare, deve lasciarsi guidare dallo Spirito santo che lo introdurrà in tutta la verità (Reg. 4).
La formazione deve seguire il ritmo della vita se vuole essere viva e vitale; pur rimanendo fondamentalmente identica, deve "-rinnovarsi-" continuamente come continuamente si rinnova la vita, se vuole essere vera e conreta. Deve saper trovare "-alimento-" dalle varie situazioni umane per ridurle ad unità con la luce e la forza di Cristo verità e vita. Proprio come fa la vita che riduce in sangue e linfa vitale i diversi cibi di cui si alimenta. Essa è naturalmente e intrinsecamente permanente.
Triplice è il motivo di di questa esigenza:
- la perfettibilità dell'uomo, che dura tutta
la vita e non può dirsi mai compiuta;
- la meta da raggiungere: la perfezione che deve
ispirarsi a quella del Padre celeste (cf Mt 5,48);
- l'evolversi continuo delle situazioni umane.
La formazione permanente, perciò, è un'esigenza della progressiva realizzazione del francescano secolare in cammino incessante verso "-lo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo-" (Ef 4,13).
Essa è fedeltà alla vocazione e stimolo nel cammino di quella continua conversione che deve condurlo a conformare il suo modo di pensare e di agire a quello di Cristo (cf Reg. 7), che è il contrassegno della "-maturità-" del discepolo del Vangelo.
Trova il suo fondamento proprio e la sua motivazione originale nel dinamismo del dono ricevuto, la vocazione nella quale deve camminare in maniera convenevole (cf Ef 4,1) per renderla sempre più sicura (cf 2Pt 1,10) sotto l'azione dello Spirito santo che rafforza in lui l'uomo interiore facendogli comprendere la grandezza del mistero di Cristo e del suo amore (cf Ef 3,16-19).
È Dio stesso, quindi, che ravviva il suo dono e sprigiona la straordinaria ricchezza di grazia e di responsabilità in esso racchiusa, per il bene personale e della comunità. Il francescano secolare, infatti, "-spinto dalla Spirito santo-" entra nell'OFS (Reg. 2), ed è lo Spirito santo ad introdurlo nella Verità-Cristo, dono dell'Amore del Padre e Via a lui (cf Reg. 4). E Cristo è Verità e Dono infinito.
Si capisce, allora, perché Francesco "-non lo sfiorava neppure il pensiero di aver conquistato il traguardo e, perseverando instancabile nel proposito di un santo rinnovamento, sperava sempre di poter ricominciare daccapo-" (1Cel 103).
La formazione permanente deve portare
- ad una conoscenza più profonda e personale della fede
e della spiritualità francescana;
- ad una appartenenza più responsabile e missionaria a
Cristo nella Chiesa con lo specifico francescano;
- ad un'apertura più generosa e concreta agli altri con
comportamento di vita evangelica che attualizzi il passaggio
dal Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo (cf Reg. 4).
Essa deve
- conservare un intrinseco legame con quella iniziale,
come un fatto vitale unitario che, nel suo progresso, richiede
adattamenti, aggiornamenti e modifiche, senza però
rotture o soluzioni di continuità;
- mantenere vivo un generale e integrale processo di continua
maturazione mediante l'approfondimento di ciascuna delle
dimensioni della formazione -umana, cristiana, francescana- e
del loro intimo e vivo collegamento specifico;
- ripercorrerne gli itinerari con accresciuta
responsabilità di fronte alle nuove istanze, ai nuovi
problemi, alle mutate situazioni culturali e sociali che
richiedono una riflessione più approfondita della
parola di Dio e del magistero della Chiesa per attingere
dall'una e dall'altro luce e forza per un giusto ed efficace
comportamento di vita fortemete aderente al messaggio
evangelico vissuto alla maniera di san Francesco.
La formazione permanente
1) Assicura
il mantenimento della formazione ricevuta e la riqualifica
continuamente, la prolunga e la completa, la perfeziona e ne
facilita l'arricchimento creando esigenze di generare
cambiamenti.
In particolare sviluppa in modo esauriente tutto ciò
che concerne l'acquisizione di una forma di vita che consenta
di:
- trasformare la fede in sapienza cristiana per risolvere i
grandi problemi alla luce del Vangelo e del Magistero della
Chiesa;
- assimilare lo spirito e lo stile di San Francesco in
proposta efficace della visione francescana della vita.
2) Impegna
a un aggiornamento continuo sia in relazione
all'approfondimento delle verità acquisite sia in
relazione all'evolversi costante della realtà
ecclesiale e della società civile.
È un dovere morale che vincola e si deve sviluppare per
tutto l'arco della vita.
3) Comporta
- Il confronto con i problemi emergenti dalla vita della
Chiesa e della società;
- la ricerca di soluzioni adeguate ispirate al Vangelo, al
magistero della Chiesa, alla vita di san Francesco e alla
storia dell'OFS;
- il rinnovamento di attività tradizionali che
richiedono modi nuovi di espressione che più
corrispondono alle esigenze dei tempi;
- la ricerca di nuove attività (volontariato);
- un intelligente e aperto confronto con altri gruppi
ecclesiali preparati e attenti ai problemi della
società contemporanea.
"-I fratelli sono responsabili della propria formazione per sviluppare la vocazione ricevuta dal Signore in modo sempre più perfetto-" (Cost. 37,3).
"-Memori che lo Spirito santo è il principale agente della formazione e sempre attenti a collaborare con lui, responsabili della formazione sono: lo stesso candidato, la Fraternità intera, il Ministro con il Consiglio, il Maestro di formazione e l'Assistente, come guida spirituale-" (Cost. 37,2).
"-Lo Spirito santo non solo per mezzo dei sacramenti
e dei ministeri santifica il popolo di Dio e lo guida e lo
adorna di virtù, ma distribuendo a ciascuno i propri
doni come a lui piace, dispensa anche tra i fedeli di ogni
ordine grazie speciali, con le quali li rende adatti e pronti
ad assumersi varie attività e compiti per il
rinnovamento e per la maggiore espansione della Chiesa,
secondo le parole: 'A ciascuno la manifestazione dello Spirito
è data perché torni a comune vantaggio' -"
(LG 12).
Lo Spirito santo è la sorgente della vocazione, il
principale agente della formazione, l'anima della vita
fraterna (cf Cost. 11; 37,2).
È Lui che
- fa nascere alla nuova vita che rende partecipi della
natura divina, e attesta che siamo figli di Dio (Gv 3,5-8; 2Pt
1,4; Rm 8,14-16);
- rivela e comunica la vocazione fondamentale, quella alla
santità (Ef 1,4-5), e si fa principio e risorsa della
sua realizzazione conformandoci a Cristo rendendoci partecipi
della sua vita filiale: carità verso il Padre e verso i
fratelli (Gal 4,6; 5,25);
- insegna ciò che è necessario alla sequela di
Cristo (Gv 14, 26; 16,13-14);
- rafforza l'uomo interiore facendo comprendere la grandezza
del mistero di Cristo e del suo amore che supera ogni
conoscenza (Ef 3, 16-19);
- arricchisce di doni e grazie particolari che rendono capaci
di assumere uffici e servizi per il vantaggio comune (1Cor 12,
4-11);
- dà forza per testimoniare Cristo, insegna come
comportarsi e cosa dire all'occorrenza (At 1,8; 8, 14-17; Lc
12, 11-12);
- consola, consiglia, assiste, sostiene nelle varie
circostanze della vita; aiuta la nostra debolezza e intercede
per noi (Gv 14, 16-17.26; Rm 8, 26-27):
- associa alla risurrezione di Cristo (Rm 8,11).
Francesco
Nella vita fu ripieno di Spirito santo, agiva e parlava sotto il suo impulso (2Cel 46, 52).
Riteneva che
- i suoi frati erano nati, a somiglianza di Gesù, da
una madre povera per virtù dello Spirito santo che
considerava Ministro generale dell'Ordine (2Cel 193; LM
III,10);
- per seguire le orme di Gesù Cristo bisogna essere
interiormente purificati, illuminati e accesi dal fuoco dello
Spirito santo (Lettera all'Ordine VII);
- l'uomo nuovo, cioè l'uomo che vede con gli occhi di
Gesù, e agisce evangelicamente, è colui che ha
"-lo Spirito del Signore e la sua santa operazione-"
(Reg. Bullata X):
- Lo Spirito fa raggiungere la conoscenza delle realtà
spirituali pur senza istruzione umana (2Cel 191) e congiunge
l'anima fedele a Gesù Cristo e la fa diventare sua
sposa (cf Prologo alla Regola).
La Regola
descrive l'azione dello Spirito santo verso il candidato,
come:
- preveniente: gli prepara la "-famiglia
d'accoglienza-", quella francescana da lui suscitata
nella Chiesa (cf Reg. 1);
- stimolante: lo "-spinge-" ad entrare in
essa per seguire Gesù Cristo alla maniera di san
Francesco (cf Reg. 2);
- illuminante e corroborante: lo introduce nella
verità, cioè nel mistero di Cristo, nella
Chiesa, nelle azioni liturgiche, specie nell'eucaristia (cf
Reg. 4,5), perché come scrive san Francesco, "-lo
Spirito del Signore, che abita nei suoi fedeli, egli stesso
riceve il santissimo corpo e sangue del Signore; tutti coloro
che non partecipano del medesimo Spirito e presumono
accogliere il Signore, mangiano e bevono la loro
condanna-" (Ammonizione I, 12).
Il candidato è protagonista e centro, soggetto e oggetto della formazione: lo riguarda direttamente, lo coinvolge in prima persona.
Il risultato dell'azione formativa è legato alla sua docilità, all'azione dello Spirito santo su di lui e alla fattiva collaborazione all'opera dei responsabili della Fraternità a suo vantaggio.
Avvertita la "-spinta-" dello Spirito santo che lo invita a cercare di raggiungere la perfezione della carità nel proprio stato vivendo il Vangelo alla maniera di san Francesco nella linea tracciata dalla Regola dell'OFS (cf Reg. 2), egli intraprende il cammino formativo che lo conduce a far chiarezza dentro di sé e a prepararlo ad operare la scelta di adesione alla vocazione, sancita dalla promessa di vita evangelica, o professione, che segna la sua "-appartenenza-" all'OFS.
Il suo impegno deve mirare a
- responsabilizzarsi verso Dio, verso se stesso e verso l'OFS
per analizzare con serenità e serietà i motivi
che lo spingono ad iniziare l'esperienza francescana, a
vagliare le sue capacità e disposizioni, a valutare le
eventuali difficoltà soggettive e oggettive per impegni
derivanti dalla scelta;
- aprirsi con piena disponibilità alla luce dello
Spirito e all'aiuto dei responsabili per cogliere il valore
della "-spinta-" all'eperienza francescana e il
significato che per lui assume, il criterio nel giudicarla e
la responsabilità nell'assecondarla;
- appredere e a servirsi del discernimento evangelico -che
avviene nella luce e nella forza del Vangelo e con il dono
dello Spirito santo- quale principio conoscitivo che gli
permette di cogliere l'appello di Dio nelle varie circostanze
della vita, e quale criterio di interpretazione e di scelta
per l'ambivalenza che esse possono presentare e per
l'intreccio di difficoltà e di potenzialità, di
elementi negativi e di ragioni di speranza che contengono.
Questo gli permette di non isolare l'uno dall'altro i
fattori positivi, assolutizzandoli, così che vengano a
trovarsi in contrasto fra di loro e a combattersi
vicendevolmente; e di scorgere, anche nei negativi, qualche
valore che attende di essere liberato e ricondotto alla sua
verità piena;
- coltivare quelle qualità umane necessarie a costruire
una personalità equilibrata in cammino verso la
maturità umana e cristiana che è contrassegnata
da una profonda armonia della persona, da un ricco e
consapevole possesso della verità, dalla
capacità di donarsi, dalla piena coscienza di precise
responsabilità nella comunità civile ed
ecclesiale, dalla verace testimonianza di fede in ogni momento
della vita: familiare, professionale sociale, politico.
Questo gli richiede apertura all'amore per la verità,
alla lealtà, al rispetto per gli altri, alla
fedeltà alla parola data, alla coerenza, all'equilibrio
di giudizio e di comportamento, alla capacità di
relazione con gli altri, importante, questa, specie per chi
vuol far parte della fraternità francescana.
I responsabili devono essere persone capaci
- di sostenere senza dominare;
- di mettere le condizioni perché il chiamato possa
trovare la "-sua-" forma;
- di svolgere funzione operante e funzione osservante.
La fraternità con il suo stile di vita, intensamente comunitaria, profondamente ecclesiale, dinamicamente missionaria, "-è chiamata ad aiutare i fratelli in questo cammino con l'accoglienza, con la preghiera e con l'esempio-" (Cost. 37,3).
A questo scopo essa deve attrezzarsi a scuola per poter sviluppare la vocazione francescana, il senso ecclesiale e animare la vita apostolica dei suoi membri così da rendere francescani secolari autentici coloro che ha generato al francescanesimo.
Per favorire tale stile di vita è raccomandata anche la cura dell'ambiente in cui si svolgono gli incontri.
Anima e guida della fraternità è il Consiglio di cui il Ministro è il primo responsabile (cf Reg. 21).
Ad esso spetta il compito di (cf Cost. 50,1):
- stabilire il programma in conformità alle direttive
superiori;
- sostenere il maestro di formazione e seguirne il lavoro per
poterne giudicare i risultati e per essere in grado di
accettare o meno il candidato all'ammissione e alla
professione;
- programmare gli incontri;
- procurare l'aggiornamento e favorire la crescita di tutti i
membri.
Il Maestro di formazione deve essere (cf Cost. 52,3):
- preparato e disponibile, con capacità di comunicare
ed in possesso di quei contenuti culturali che è
chiamato a trasmettere;
- avere coscienza del suo ufficio, spirito di Dio, competenza,
impegno di tutta la persona, tensione interiore;
- tener presente il carisma del fondatore e le radici profonde
sul quale si fonda e interpretarlo alla luce dei segni di oggi
e delle nuove esigenze ecclesiali e sociali;
- sentirsi sempre un "-mandato-" dalla
fraternità;
- favorire l'inserimento pieno e gioioso dei candidati nella
fraternità;
- curare i rapporti personali con i singoli;
- comprendere le loro esperienze e motivazioni;
- saper scegliere modi e tempi per la correzione dei
comportamenti sbagliati;
- tenere rapporti costanti con l'assistente e con gli altri
responsabili.
Il tutto in una donazione totale quale risposta alla fiducia ricevuta e alla forte richiesta d'aiuto.
L'Assistente spirituale è segno concreto di comunione e di corresponsabilità del Primo Ordine e del Terz'Ordine Regolare verso l'OFS (cf Reg. 26).
Nella fraternità porta il suo servizio come fratello in san Francesco e come maestro e guida "-in persona Christi-" e "-in nomine Ecclesiae-" (cf Pdv 20).
1) Come fratello
condivide il medesimo ideale, partecipa, sebbene in forma
diversa, allo stesso carisma e all'identica missione di
Francesco.
In questo modo egli vive ed agevola la comunione vitale e
reciproca tra tutti i seguaci di san Francesco (cf Cost.
89,3).
2) Come maestro e guida
rivela Cristo che salva e, attraverso il suo ministero
sacerdotale trasmette nei candidati la grazia di Cristo
affinché possano esercitare il loro sacerdozio comune,
proprio di tutti i battezzati (cf PO 6; Pdv 16,17).
Favorisce, così, la comunione con la Chiesa garantendo
l'integrità della fede e la disciplina ecclesiastica
(cf CJC 305; Cost. 85,2; Statuto per l'Assistenza spirituale e
pastorale all'OFS, Roma 1992).
La Regola vuole la Fraternità impegnata, col "-suo modo di vivere-", alla sequenza dei tempi di formazione dei suoi membri (Reg. 23). Perciò essa deve attrezzarsi ad essere "-ambiente privilegiato per sviluppare il senso ecclesiale e la vocazione francescana, nonché per animare la vita apostolica dei suoi membri-" (ivi 22).
Le Costituzioni precisano: "-La Fraternità è chiamata ad aiutare i fratelli nel cammino di formazione con l'accoglienza, la preghiera e con l'esempio-" (Cost. 37,3).
La Fraternità adempie a questo impegno formativo, fondamentale e determinante per la vita stessa dell'OFS:
1) Diventando una scuola di vita
- intensamente comunitaria: fare dei suoi membri
"-un cuore solo un'anima sola-" (At 4,32) lasciando
che ognuno sia stesso perché possa vivere e crescere
nella libertà di figlio di Dio, acquistataci da Cristo,
nella consapevolezza di essere membro di una comunità
la cui esigenza è che tutti siano in comunione
reciproca e condividano tutto, possibilmente;
- profondamente ecclesiale: sentirsi vitalmente
inserita nella Chiesa particolare e, attraverso essa, nella
Chiesa universale, in modo da essere veramente "-un segno
visibile della Chiesa-" (Reg. 22). Tenendo ben presente
che i suoi membri sono ad essa "-più fortemente
vincolati per la professione-" e che devono "-farsi
testimoni e strumenti della sua missione tra gli uomini-"
(Reg. 6);
-- dinamicamente missionaria: vivere l'ansia di
Francesco per l'avvento del regno di Dio tra gli uomini,
partecipando alle varie iniziative della Chiesa e della
famiglia francescana, per la sua diffusione;
- fraternamente accogliente: essere luogo di
irradicamento e di maturazione che permette e aiuta ciascuno a
scoprire la propria identità, a migliorare e maturare
la propria personalità alla luce della vocazione.
2) Dimostrandosi capace di
- far nascere e sviluppare in tutti il senso vero
dell'appartenenza all'OFS, che va vissuta nella
Fraternità in uno scambio vicendevole di esperienze, di
aiuto per crescere in Cristo, nello spirito della vocazione
ricevuta dal Signore;
- conservare e far memoria del passato per non
perdere contatto con la sua storia, ma trarne salutari
insegnamenti ripensandola alla luce dei nuovi avvenimenti per
vivere in pienezza il presente e poter rispondere con
mentalità "-contemporanea-" alle richieste
della Chiesa e della società;
- aprirsi al futuro assecondando l'azione vivificante
e rinnovatrice dello Spirito che chiama al rinnovamento e,
sotto la sua spinta, diventare profezia per gli uomini.
3) Responsabilizzandosi
a rendere efficienti e efficaci tre momenti importanti
della sua vita:
- le adunanze periodiche con la presenza attiva di
tutti per edificarsi reciprocamente;
- il rinnovo del Consiglio con la scelta di persone
preparate spiritualmente e culturalmente e disponibili al
servizio di animazione e di guida dei fratelli;
- la visita pastorale e fraterna perché
favorisca realmente la fedeltà al carisma, l'osservanza
della Regola, e offra aiuti per il cammino di tutti i membri
della Fraternità verso la maturità umana,
cristiana e francescana.
Il Consiglio, di cui il Ministro è il primo responsabile, anima e guida la fraternità (Reg. 21).
Le Costituzioni specificano: "-Ad esso compete promuovere le iniziative necessarie per favorire la vita fraterna, per incrementare la formazione umana, cristiana e francescana dei suoi membri, per sostenerli nella loro testimonianza e nell'impegno nel mondo-" (Cost. 50,1).
È questo il compito principale che il Consiglio deve impegnarsi a svolgere con amore, competenza e continuità,per il bene della fraternità e dell'OFS.
A tal fine il Ministro, come primo responsabile della vita della Fraternità, deve stimolare e coordinare il lavoro dei Consiglieri perché la loro azione di animazione e di guida conduca la Fraternità a diventare scuola di formazione "-nel suo modo di vivere-".
Ministro e Consiglio raggiungeranno lo scopo
- creando un clima di accoglienza fraterno e gioioso,
così che ognuno veda nell'altro "-il compagno di
cui ha bisogno e un amico fedele-" (1Cel 24).Anche nella
cura dell'ambiente in cui si tengono le riunioni;
- suscitando la tensione interiore verso la
conversione che porta all'adesione, personale e comunitaria, a
Cristo per realizzare in Lui l'autentico "-noi-" che
la grazia dello Spirito santo rende "-uno-" nella
preghiera, nella progettazione, nell'azione apostolica e fa
nascere il desiderio di ritrovarsi insieme;
- adoperandosi a che la fraternità non perda
la memoria del passato, nel quale affonda le radici, sia
aperta al nuovo che le porta il futuro, per vivere in pienezza
il presente nutrito di storia e di profezia;
- stimolando i fratelli e le sorelle a passare
dall'apatia all'interessamento e alla partecipazione alla vita
della Fraternità, mediante la programmazione
intelligente e curata dei vari incontri così che ognuno
si senta "-arricchito-";
- armonizzando il momento celebrativo liturgico e
l'impegno operativo, il rapporto tra l'itinerario della fede e
i problemi dell'ambiente sociale nel quale la
Fraternità vive;
- offrendo e organizzando opportunità di
aggiornamento e di approfondimento di tutto ciò che
può giovare alla sua crescita umana, cristiana,
francescana;
- ponendo particolare attenzione alla scelta del
Maestro di formazione, il quale, in suo nome e secondo il
programma insieme concordato, impartisce la formazione ai
candidati. Ne segua con delicatezza e discrezione il lavoro
per poterne giudicare i risultati ed essere in grado di
esprimere il giudizio per l'ammissione e la professione dei
candidati (Cost. 41);
- seguendo con intelligente premura i neoprofessi per
prevenire o curare un eventuale loro raffreddamento riguardo
alla vita di Fraternità, che può essere causato
dalla differenza di ritmo e di stile delle riunioni durante il
tempo di formazione, o dalla convinzione che una volta fatta
la professione hanno soddisfatto ogni loro impegno verso la
vocazione e verso l'OFS.
Il Maestro di formazione compie il suo servizio in nome e per mandato del Consiglio. A lui si richiede esemplarità di vita, preparazione, idoneità, disponibilità.
Svolge il programma di formazione concordato in Consiglio, con aderenza alla situazione dei formandi, i quali debbono avere l'impressione di trovarsi innanzi non un "-arrivato-" che impartisce lezione, ma un "-conquistato-" dall'ideale, che con essi è in cammino verso Gesù Cristo ispirandosi a san Francesco.
Sarà sua preoccupazione
- rendere la formazione accessibile e ben accetta,
impartendola in modo semplice e chiaro, con collegamenti
all'esperienza vissuta e riferimenti all'attualità;
farla ritenere non solo utile, ma necessaria per la vita,
suscitando il desiderio di "-imparare ad
imparare-";
- interessarsi all'atmosfera che regna tra i formandi
e adoperarsi a renderla sempre più favorevole, aiutando
tutti a crescere verso la maturità, nel rispetto della
personalità di ognuno, accettandola e facendola
accettare così come è;
- stimolare il progresso spirituale di ciascuno,
assecondando l'azione dello Spirito santo, e l'impegno a
tradurre in comportamenti di vita le nozioni apprese,
armonizzando l'azione della grazia e lo sforzo personale,
l'interiorità e l'attività;
- sviluppare nei formandi l'esigenza della preghiera
comunitaria (esperienza di preghiera), e della vita di
Fraternità, inserendoli pienamente e gioiosamente in
essa, per farne esperienza diretta;
- lasciare e aiutare ognuno ad essere sé
stesso perché nella libertà e mediante la
carità, si metta al servizio degli altri e, insieme,
ciascuno con le proprie doti, concorra a formare la
Fraternità autentica e cammini verso la maturità
cristiana e francescana;
- aiutare ad applicare le verità e i valori
eterni alle mutevoli convinzioni del mondo, a saper trovare
nella fede una risposta coerente e pronta ai molti e svariati
interrogativi che la vita continuamente pone;
- sostenere nella ricerca di interpretare
oggettivamente le situazioni e di accettare la verità,
senza cedere ad emozioni fuorvianti, nello sforzo di
acquistare la padronanza di sé stessi, rafforzando la
volontà e fidando nell'aiuto del Signore;
- aiutare a superare eventuali crisi con prudenza,
saggezza, tatto, facendo ricorso alla preghiera e, se fosse il
caso, al consiglio del Ministro e dell'Assistente
spirituale.
L'animatore, più che agente della formazione, è la persona tecnica di cui i responsabili possono servirsi in alcune circostanze, per rendere più coinvolgente la partecipazione dei formandi sollecitandoli al loro impegno, creando un clima colloquiale e fiducioso per rendere più efficaci gli incontri.
Deve evitare ogni atteggiamento che possa dare l'impressione di imporre direttive con un certo tono autoritario ed ispirare la sua azione alla collaborazione, prestando la massima attenzione alla soggettività degli interessati, incoraggiandoli ad esprimersi liberamente, per poter dare l'aiuto adeguato a raggiungere lo scopo.