Verona - Promesse GiFra e Araldini "Ricevi e Trasforma"

A cura di
Chiara Iovane (delegata OFS in GiFra)

Anche quest’anno i giovani e le giovani nella nostra famiglia francescana del Triveneto hanno scelto di rinnovare tutti insieme la loro promessa di sequela di Cristo seguendo l’esempio di San Francesco. Si sono dunque dati appuntamento a Verona, presso il convento di San Bernardino il 9 giugno scorso, per trascorrere insieme le ultime ore di preparazione in un clima di gioia e di festa. Novità della giornata di quest’anno è stata la partecipazione da parte di fratelli e sorelle dell’Ofs e la presenza di un nutrito gruppo di adulti di Lonigo, molti dei quali anche genitori degli stessi araldini e gifrini. La giornata è stata organizzata in modo preciso e accurato dal Consiglio Regionale Gi.Fra. del Triveneto e si è caratterizzata come un unico percorso parallelo delle singole componenti, che ha preso l’avvio da un momento comune di "famiglia", con il filmato - realizzato nei mesi scorsi con la collaborazione di adulti e ragazzi - sulla cruciale domanda: "Cosa vuol dire per te essere francescano?" Le testimonianze raccolte tra ministri e membri dei consigli OFS (anche del Ministro Nazionale Remo Di Pinto) e tra i gifrini e gli araldini del Veneto hanno messo in evidenza come i tratti essenziali della spiritualità alla quale ci chiama S. Francesco di Assisi si fanno strada e si respirano in tutti i rami della famiglia: nella voce dei più piccoli rivelano tutta la freschezza dello stare bene insieme per quello che si è, nella voce dei più "maturi" la gioia del servizio e dell’accoglienza di ogni fratello e sorella che il Signore ci mette accanto lungo le strade del mondo.
Il motto che ha accompagnato l’intera giornata si può riassumere in RICEVI E TRASFORMA, titolo della preghiera che è stata proposta alla meditazione di tutti: il Signore ci chiama con le nostre fragilità, le nostre paure, anche con i nostri difetti e la nostra sensibilità, perché è Lui capace di trasformarli in qualità e talenti da mettere al servizio Suo e dei fratelli, è Lui l’artefice ultimo della "perfezione" alla quale siamo chiamati rispondendo il nostro "Sì" al Suo invito a seguirLo.
Dopo questo momento di benvenuto i gruppi si sono separati per vivere un proprio approfondimento in preparazione alla promessa: gli Araldini (provenienti da Marghera e da Lonigo) hanno svolto una attività di conoscenza reciproca e hanno preparato una danza che poi tutti insieme abbiamo potuto ballare nel prato del chiostro. I giovani e le giovani della GiFra invece si sono divisi secondo i quattro pilastri della loro promessa: l’Eucarestia come centro, la Chiesa come madre, il Vangelo come guida, i poveri e gli ultimi come fratelli. Ogni gruppo si è recato in un luogo particolare per incontrare un testimone che nella propria personale scelta di vita ha fatto di quell’aspetto specifico l’orientamento fondamentale della loro esperienza quotidiana (il chiostro, la mensa, San Zeno, il convento delle sorelle Clarisse). Il gruppo dei genitori si è invece incontrato per un momento di condivisione e di testimonianza sulla missionarietà, accompagnati da Silvana (delegata del Consiglio Regionale OFS per Evangelizzazione e Presenza nel Mondo) e da Franca (una sorella della fraternità OFS di Villafranca, che da dieci anni presta servizio nel carcere di Verona).
Seguiti nella riflessione da un animatore e/o da un assistente, ogni gruppo ha elaborato un proprio segno, che dopo il pranzo (condiviso francescanamente nell’area del Patronato grazie alla premurosa attenzione delle fraternità Ofs e GiFra locali) sono stati presentati a tutta l’assemblea.
Il Vangelo è stato presentato come un libro aperto, presenza di Cristo nel mondo che si manifesta e si incontra con noi ogni qualvolta ci riuniamo nel Suo nome, un invito quindi a prendersi il tempo per la preghiera personale e comunitaria; l’Eucarestia è stata rappresentata da un sole che illumina e che raggiunge con i suoi raggi ognuno di noi e la nostra esistenza, soprattutto se noi siamo in grado di aprire il nostro cuore e lasciarci illuminare così come siamo; la Chiesa è stata simboleggiata con un uovo, che prelude alla vita ed è al contempo fecondo e fragile, richiamandoci al bisogno di custodire questa fragilità; la testimonianza di servizio agli ultimi è stata concretizzata in un pezzo di cartone, la sola e vera "coperta" di coloro che dormono per la strada e di chi vuole condividere con loro un tratto della propria vita; il gruppo dei genitori ha riassunto il proprio percorso, personale e di gruppo, in una sigla: "A.A.A. Il Signore ci chiama …." : ci chiama ad ascoltare, ad amare e ad andare, in ogni situazione della nostra vita quotidiana.
Commovente per tutti è stato il momento delle promesse dei più piccoli, ai quali è stata consegnata la chefia e una copia de "Il Nostro Sì" come segno di appartenenza alla famiglia francescana. Ai gifrini che per la prima volta hanno emesso la Promessa è stato consegnato il Tau. Per sottolineare il senso di reciproca corresponsabilità nell’ambito dell’unica famiglia francescana Chiara insieme a Donata e Alessandro (rispettivamente delegata del Consiglio Regionale OFS per la GiFra e gli animatori degli Araldini di Lonigo e di Marghera) hanno consegnato ai presidenti GiFra e ai ministri OFS presenti o loro delegati una copia del "Nostro Volto" e del "Nostro Sì" (gli statuti che orientano la vita fraterna nella GiFra e nell’Araldinato).
Alcuni/e giovani, ormai giunti al termine del percorso formativo e vocazionale della GiFra, con riconoscenza hanno preso congedo dalla fraternità del Triveneto, aprendosi ormai a scelte più definitive della loro vita cristiana. Significativa è stata la presenza degli ex gifrini che hanno voluto condividere questo momento di preghiera e di festa della famiglia francescana, testimonianza del legame fraterno che dura nel tempo e di una vita quotidiana e di servizio che continua ad attingere dalla spiritualità di San Francesco, ovunque il Signore ci chiami a servirLo.
Al termine della S. Messa sono stati consegnati alcuni segni che rappresentano le conseguenze che questa intensa giornata di fraternità e di condivisione potranno avere: un sacchettino di lievito e la ricetta per fare il pane, per ricordarci che il nostro "poco" basta a trasformare una realtà spenta e senza speranza e che, se ci facciamo "strumenti inutili" nelle mani del Signore, possiamo diventare pane per i nostri fratelli e per il mondo che ci circonda.