Gettare ponti - Preghiera interreligiosa - Arcella (PD) 23 ottobre 2016

A cura della
Redazione

Promosso dalla Fraternità OFS dell'Arcella (PD), domenica 23 Ottobre 2016 si è tenuto il secondo incontro di preghiera interreligiosa, appuntamento destinato a ripetersi negli anni futuri perché significativo nella realtà padovana ed espressione del carisma francescano che si esprime attraverso segni di accoglienza, di condivisione, di pace.

Nella sala parrocchiale Valentini Terrani, gremita di persone, si è pregato per la pace, ascoltando i rappresentanti delle varie religioni: i Bahai, i Buddisti di tradizione Coreana e quelli di tradizione Tibetana, la Chiesa Evangelica Metodista, la Chiesa Greco Ortodossa, i Cristiani Avventisti, i Cristiani Cattolici, i Cristiani Luterani, la Comunità di fede Islamica, la Comunità Mormoni di Padova.

Sopra il tavolo, accanto alla lampada accesa, un telo azzurro ad indicare un fiume sulle cui sponde poggiava un simbolico ponte che ha raccolto le candele accese poste via via dai protagonisti dell'incontro.

Così si è anche voluto celebrare il 30° anniversario della Giornata mondiale di preghiera del 27 ottobre 1986, quando Papa Giovanni Paolo II e 70 rappresentanti delle principali religioni mondiali si unirono per elevare all’unico Dio un solo canto di pace.

Alcuni passaggi dell'introduzione di Alessandro Vitulo, Ministro della locale Fraternità OFS, aiutano a comprendere il significato di questa iniziativa e i punti di riferimento che l'hanno caratterizzata.

In questi giorni lo “Spirito di Assisi” compie 30 anni; nell’incontro di questo pomeriggio vogliamo ricordare quell’evento che sicuramente ha lasciato un segno nell’anima di molti credenti ma che oggi ci pone anche degli interrogativi.

Dobbiamo oggi chiederci perché siamo qui: per una piacevole tradizione o perché veramente crediamo nella Pace e nella forza della Preghiera?

Oggi non possiamo chiudere gli occhi davanti alla "cultura della contrapposizione e dello scontro". Pregiudizi, contrapposizioni, scontro: la nostra vita quotidiana sembra essersi assuefatta a questo modo di rapportarsi tra gli uomini; eppure la "Pace di Assisi", come viene anche chiamato lo Spirito di Assisi, costituisce un passo fondamentale per combattere pregiudizi e precomprensioni che creano barriere tra uomini e donne, impedendo la creazione dei ponti con i quali le religioni possono favorire la cultura dell'accoglienza.

Creare ponti: è quanto ci proponiamo in questo incontro; un ponte è uno strumento di comunicazione, è un mezzo che unisce le due sponde di un fiume che altrimenti sarebbero divise, lontane, separate. Abbiamo potuto constatare in questi ultimi mesi quanto sia facile anche nella nostra civile Europa innalzare muri, reticolati, fili spinati, barriere per tenere lontano l'altro che fugge dalla guerra, dalla fame, dalla siccità, da quella povertà che il mondo occidentale in molti casi ha contribuito a rendere più tragica sfruttando le risorse del terzo mondo a proprio vantaggio.

E allora questo ponte che simbolicamente ci accompagna in questa preghiera ci aiuti a comprendere che la Pace non potrà mai instaurarsi con il contributo delle armi né tantomeno chiudendo gli occhi e i nostri cuori davanti alle necessità elementari dei nostri fratelli più bisognosi.

La Pace nascerà solamente se ciascuno di noi vorrà comprendere a fondo il significato di parole come Accoglienza, Solidarietà, Condivisione. La Pace diverrà una realtà concreta se ciascuno di noi deciderà di attraversare questo ponte per andare verso l'altro con amore fraterno.